martedì 3 aprile 2012

10 regole per disITALIANIZZARSI

Volete sopravvivere a Londra? Volete evitare di passare per i soliti italiani maleducati? Bene allora questo è sicuramente il post che fa per voi.
  1. Partiamo dai mezzi pubblici, ossia tube e bus. So che nella nostra madrepatria c'è questa strana tendenza a fiondarsi dentro non appena le porte si aprono, ma vi garantisco che nel resto del mondo non è così: si ASPETTA diligentemente che la gente esca, si dà la precedenza a persone anziane o diversamente abili, si aiuta la mamma di turno col passeggino, e solamente POI si sale e si prende posto.
  2. Ingresso in un negozio: il saluto è d'OBBLIGO, quasi quanto andare a messa con il vestito buono. E badate bene, un timido sorriso non sarà sufficiente per evitarvi di essere bollati come miserabili esseri privi di educazione.
  3. TASSATIVAMENTE vietato urlare in pubblico, costringendo l'ignaro vicino a sorbirsi tutti i vostri discorsi.
  4. La precedente regola è da tenere in considerazione anche per le conversazioni telefoniche: nessuno ha la minima voglia di venire a conoscenza di quei 2 kg che avete miracolosamente perso, del bonazzo che non la smette di guardarvi o del vostro bambino che non vuol saperne di mangiare le verdure per cena.
  5. Lo sconto non esiste. Il prezzo che vedete esposto corrisponde esattamente al prezzo da pagare...ma guarda un po' che caso!
  6. Se ti vuoi spostare...devi pagare. Metro o bus che sia, tutti i londinesi PAGANO il biglietto. Mi è capitato più volte di assistere a conversazioni di italiani appena arrivati, che prima ancora di realizzare dove fossero, già stavano escogitando un modo per evitare di sganciare la pila! Eheh, vecchie volpi!
  7. Il tanto agognato cibo... poiché è risaputo che noi italiani non mangiamo per vivere ma viviamo per mangiare... 
  8. Non sbandierate ai quattro venti la presunta disorganizzazione viaria della città: Londra può infatti contare su una rete di trasporti super efficiente, oltre che su utilissime mappe dislocate ad ogni angolo. Se non riuscite ad orientarvi, sia mai che la colpa sia vostra? Probably yes...
  9. Per qualsiasi cosa, scusatevi. Se urtate uno sconosciuto, se passate col rosso, se vi confondete nel momento di tirare fuori i cash dal portafoglio... biascicate un "sorry" e finitela lì, non polemizzate a ruota libera: un'intera città vi aspetta, perché perdere tempo con liti inutili e fuori luogo?
  10. Avete bisogno di un'indicazione, volete fare shopping, state ordinando da McDonald's? Bene, provate a spiaccicare due parole di inglese. E se non ci riuscite, amen, le persone faranno cmq del loro meglio per venirvi incontro. Ma vi prego, non lamentatevi, pensate invece ai poveri turisti che si riversano sul territorio italiano ogni anno, e agli innumerevoli dialetti con cui devono fare i conti!

martedì 20 marzo 2012

colloquio tremarella


Lavoricchia di qua, lavoricchia di là... le occasioni qui a Londra di certo non mancano. Però è anche vero che si tratta di lavoretti in pub e ristoranti, quindi niente di sbalorditivo. E se provassi ad inviare un paio di curriculum ad aziende di pubbliche relazioni? Mhm no dai... anche se... tutto sommato... che avrei da perderci? Esatto. Proprio nulla. Invia che ti invia, mi chiamano in due. La prima telefonata non si può sicuramente definire un successone, tempo 10 minuti e mi viene chiaramente detto che dopotutto non sono la candidata adatta. Vi do giusto un assaggio della ridicola scena di cui sono stata protagonista: il telefono squilla, vedo un numero che non conosco e a metà strada tra l'eccitata e l'intimorita rispondo. Il mio interlocutore si assicura di stare parlando con la persona giusta, poi però ecco che la lingua cambia a casaccio, passando dal francese all'inglese. Si certo come se non fosse già abbastanza difficile!
La seconda invece già me la cavo meglio: domande su domande a cui rispondo più che egregiamente, e per concludere questa specie di colloquio mi dicono che mi faranno sapere; purtroppo nulla di fatto, la canonica frase di chiusura è per l'appunto una canonica frase di chiusura su cui meglio non fare troppo affidamento... mettiamola così: si vede che qualcuno avrà intercettato la chiamata visto che il mio cellulare non ha squillato manco per errore!
Il giovedì successivo ecco che finalmente giunge la svolta: una signora dai modi molto gentili mi chiama, parliamo in inglese per circa 5 minuti e mi dà appuntamento per il giorno successivo. L'iniziale euforia di colpo svanisce e il panico si impossessa di me: un colloquio in inglese in un'agenzia di pubbliche relazioni! OH MY GOD! Dire che sono terrorizzata non rende abbastanza. Visto che sicuramente non la stupirò con le mie eccezionali doti comunicative in lingua anglosassone, decido di puntare tutto sul look e sulla mia personalità travolgente, perciò vai di guardaroba -piccola postilla: da quando vivo qui tutti i miei effetti personali hanno assunto uno strano grigiore modello tappeto di polvere- e sorrisone abbagliante! Ultimati i preparativi mi reco alla tanto ambita sede -arrivando con ben mezzora di anticipo- chiedo della gentile signora, mi accompagnano e voilà, diamo inizio alle danze! I primi 3 minuti non lo nego, non ho capito ASSOLUTAMENTE NULLA, ma poi un po' alla volta ho iniziato a sciogliermi e a dialogare in maniera più umana, non limitandomi ad annuire ad ogni frase. Il tempo scorre in fretta per fortuna, ci congediamo e una simpatica signorina viene fatta chiamare per scortarmi all'uscita.
Le gambe finalmente avevano cessato di tremare, ma il bello doveva ancora venire! L'interminabile attesa della chiamata è a dir poco interminabile, visto che dovevano farsi sentire lunedì ma di loro non c'è traccia, ma ecco che proprio quando avevo accantonato le speranze... un trillo del telefono mi fa trasalire, vedo il nome sul display, mi do un minimo di contegno e... il resto ve lo lascio immaginare: ebbene sì, da domani c'è una nuova PR in città!

giovedì 8 marzo 2012

keep left



La vita londinese procede nei migliore dei modi, e proprio per questo motivo urge cimentarsi sempre in qualcosa di nuovo. La guida A SINISTRA per esempio. Visto che non è nelle mie intenzioni noleggiare un'auto -va bene la voglia di novità, ma manteniamo la calma ragazzi!- opto per la bicicletta. Dovete sapere che a Londra sono molto in voga le Barclays Cycles, ovvero bici a noleggio self-service che permettono di percorrere brevi tragitti nella zona centrale della città ad un costo davvero irrisorio. Il servizio è molto semplice ed è pensato non solo per i cittadini, ma anche per le migliaia di turisti che quotidianamente si riversano nella city: è sufficiente recarsi presso un qualsiasi punto di aggancio, inserire la carta di credito e sganciare il proprio mezzo dalla rastrelliera. Ovviamente la prima esperienza non è stata così lineare, io e il mio amico abbiamo impiegato circa un'ora per poter finalmente essere in sella ai nostri rombanti veicoli, ma una volta capito il meccanismo in mezzo minuto si sbriga il tutto.
Inizialmente ci concediamo un bel giretto in mezzo al verde, bazzicando Kensigton Gardens e Hyde Park, poi però nonostante gli immensi spazi naturali che London può offrire è giunto il momento di immergersi nel traffico vero e proprio -casa mia purtroppo dista 1 km da Hyde Park Corner- e se di quella morte dobbiamo morire... di quella morte moriremo. Dopo i vari testamenti, lasciti e preghiere di rito inforchiamo le nostre Boris Bikes e via, ci ritroviamo sull'asfalto circondati da auto, cab, bus, pedoni... davvero troppa roba! Per chi non lo sa qui le bici possono usufruire delle corsie destinate ai mezzi pubblici, il che può sembrare un bene -e sicuramente sarà così, non ne dubito- ma che fare quando il bus davanti a voi si ferma per raccattare su dei passeggeri alla fermata? Vi fermate dietro di lui da bravi ignoranti fifoni o lo superate? Eh? Io naturalmente mi ci sono accodata zitta zitta, preoccupata per il grande incrocio che di lì a poco avrei dovuto affrontare: dalla corsia di sinistra passare a quella di destra per svoltare. 'Na parola! Tutto sommato però non è andata malaccio, con io che facevo da apripista e il mio amico dietro che mi urlava ogni volta che un autobus mi stava per sorpassare... ma vabbè, dettagli...
I giorni successivi sono stati di gran lunga più proficui , anche se talvolta mi accorgo troppo tardi di non essermi infilata nella giusta corsia e così mi tocca fare qualche piccola deviazione, ma doesn't matter, roba di poco conto! Un'esperienza da fare assolutamente cmq, e già so chi saranno le prossime vittime una volta sbarcate in terra londinese... Fre&Marco: just keep left!

mercoledì 29 febbraio 2012

stramberie londinesi

Questo post era in cantiere già da un po', volevo solo collezionarne un numero sufficiente in modo tale che tutti i lettori si rendessero conto delle stranezze che si possono incontrare nella capitale -o in qualsiasi altra città degna di questo nome- a qualsiasi ora del giorno. Che le danze abbiano inizio!
  • La più strana in assoluto risale al sabato pomeriggio scorso: stavo tornando al flat by walking e mi ritrovo ad attaversare Paddington, zona abbastanza turistica molto vivina a Bayswater, piena di negozietti di souvenirs, ristorantini e fast food. Sono bella tranquilla sul mio marciapiede, alla cui destra ci sono 5/6 vasi alti non più di mezzo metro che fungono da separé per i tavolini all'aperto del ristorante ivi situato. Sono le 4.30pm, c'è il sole, la gente invade le strade con il suo chiacchiericcio, quando ad un certo punto mi accorgo che una testa femminile sbuca dalle fioriere. Una testa di una donna sulla 40ina, apparentemente normale. Ma tanto normale non è visto che le piante raggiungevano a stento il mezzo metro, e che per far spuntare solamente la faccia bisognava accoccolarsi al suolo! Ci siete arrivati? Esatto, questa persona stava facendo pipì! Non so i motivi che l'hanno spinta ad una tale stramberia visto che i locali non mancavano di certo, cmq vi posso assicurare che ad una scena così non avevo mai partecipato!
  • Questa in realtà mi è stata raccontata da un mio amico, ma pur non essendone stata diretta testimone vi assicuro che è vera. Fermata dell'autobus di una piccola e residenziale stradina, sempre le fatidiche 4pm -da qui in avanti ribattezzata "l'ora dei matti"- e sempre il bel sole che splende ed illumina i visi dei londinesi. Il bus sta per arrivare, tutti con la facciotta rivolta verso destra, quando ecco che un tizio sfreccia davanti alla pensilina correndo come un matto, rincorso da 4 persone che urlavano il suo nome. Mahhh!!
  • Il più divertente di tutto però rimane l'episodio della biblioteca. Partendo dal presupposto che qui in UK il silenzio sanno cos'è, ero seduta ad una scrivania con il cervello in modalità superconcentrata in compagnia del mio fedelissimo pc, quando all'improvviso le mie orecchie recepiscono un estraneo rumore...provo a capirne la fonte, ma nulla, allungo maggiormente lo sguardo e finalmente capisco la sorgente di codesto casino! Un signore si era pesantemente assopito sulle poltroncine della fila successiva, russando a tutto spiano! Il bello è che un po' alla volta abbiamo iniziato tutti ad alzare lo sguardo incrociando i nostri occhi con i vicini di banco, ridendo sotto i baffi per la simpatica situazione ma sempre con molto garbo, come solo qui a Londra sanno fare.


domenica 19 febbraio 2012

Mary Poppins made-in-Italy


Vi ricordate il mio magnifico post sull'inatteso lavoro trovato? Beh dimenticate tutto, il mio nuovo impiego non si è rivelato l'affare dell'anno. Oddio, è pur vero che mi trovo in un paese straniero e gettando uno sguardo ai miei conterranei posso solo dire che l'ho trovato a tempo di record, quindi nessuna lamentela, ma la paga non era il massimo e per di più senza contratto... e poi diciamocelo, non sono venuta a Londra per fare la barista! Così una rapida occhiata agli annunci di lavoro, 2 chiacchiere con i miei flatmates et voilà, vengo a scoprire che le nannies che parlano francese sono molto richieste! Unico punto a mio sfavore è che quasi tutti richiedono delle referenze, e qui nella City non ne ho nessuna... ahi ahi that's a problem... ma aiutati che il ciel t'aiuta no? E come per miracolo il cielo mi aiuta facendomi chiamare da una famiglia italiana che necessita di una baby-sitter per una sola settimana, essendo la bimba malata e impossibilitata ad andare all'asilo.
Il lavoretto è facile, la bimba è tranquilla e i passatempi sono tanti: a volte guardiamo la tv e a volte leggiamo un libro, per poi passare ai puzzles e al must di tutte le bimbette di quell'età, ovvero la parrucchiera -alla mia povera testolina questo gioco piace un po' meno!- e le ore passano davvero in fretta. Io mi sono trovata davvero bene, e a quanto pare pure questa famiglia sembra aver apprezzato il mio impegno... infatti mi ha chiesto se sono disponibile per futuri momenti di baby-sitting! Ahaaa!! Perciò ecco che le refenze ora non sono più un problema, posso finalmente scrivere nel mio cv che ho avuto un'esperienza londinese come tata, e speriamo che i contatti non tardino ad arrivare. Il lavoro di nanny qui a Londra è ben pagato, perché solitamente non si tratta solamente di dare un'occhiata ai bambini, ma di intrattenerli con attività ricreative interessanti e stimolanti. Cmq staremo a vedere, la mia settimana lavorativa si è appena conclusa e le mie nuove ricerche sono solamente all'inizio, perciò si tratta di un percorso ancora in salita per il momento. Una salita faticosa, almeno all'inizio, ma la cui retribuzione minima è di 10£ nette all'ora, e direi che per una cifra del genere vale proprio la pena di affaticarsi!

lunedì 13 febbraio 2012

inquinamento acustico



Ora di pranzo: mi preparo qualcosa da sgranocchiare alla veloce mentre la mia coinquilina sorseggia ancora assonnata una tazzona di caffé fumante. Siamo sole nell'appartamento, c'è una quiete quasi fuori dal comune che porta a chiedersi se il flat è lo stesso di sempre, ma si sa, qui la tranquillità ha vita breve: youtube viene acceso, il volume delle casse alzate, et voilà, la compilation della mezza prende il via! Un paio di song spagnole si diffondono nell'aria, una Amy Lee poco convincente le segue a ruota, e poi ecco che finalmente i System Of A Down si impadroniscono delle nostre orecchie: Toxicity e Chop Suey! vengono interpretate da due pseudocantanti che si improvvisano tali, senza alcuna pretesa di emulare un gruppo musicale tra i miei preferiti ma semplicemente per un momento di puro divertimento.
Le canzoni scelte non sono certo tra le più semplici e le stonature si presentano con puntualità estremamente irregolare, ma doesn't matter, forse forse è perfino più divertente! 7 minuti di pura tortura per i mercanti della via sottostante -ebbene si la finestra era semiaperta!- e altrettanti di fun sfrenato per noi girls, che urliamo come due pazze a squarciagola tentando senza successo di rincorrere le parole troppo veloci di Chop Suey!, il cui ascolto pare non avere più alcun nesso con la struggente poesia originaria sul suicidio e sull'innocenza delle vittime, coinvolte nel terribile processo mentale che porta al gesto finale.
Grazie alle tante serate karaoke carpigiane con il secondo brano me la cavo invece molto meglio, facendo a dir poco un figurone con la intro melodica che accompagna l'apocalittico affresco dove i SOAD ci descrivono una natura scorticata dall'uomo, con cieli pervasi da fumi tossici, milioni di villette a schiera tutte uguali, file interminabili di camion che nella notte trasportano la legna da ardere e foreste estinte da rumorose ruspe. L'importante messaggio di questo gruppo musicale armeno è lineare e scontato, ma forse proprio per questo troppo spesso sottovalutato. Ora che possiede l'energia l'uomo crede di essere padrone del mondo, ma come si può pensare di dominare il caos e il disordine? Appunto, non si può. Così come non si può pensare di reprimere il canto di due ragazze desiderose di mettere alla prova il loro dubbio talento vocale.

giovedì 9 febbraio 2012

7th HEAVEN


"Pratichi qualche sport?" "Si, certo, lo shopping sfrenato! Cammini per ore, porti pesi non indifferenti, e fai a pugni con le altre ragazze per accaparrarti l'ultimo cappotto grigio scontato del 75%. E se i camerini sono affollati ci scappa pure una bella sauna!". Ora alzi la mano chi di voi -mi rivolgo in particolare alle ragazze- non passerebbe giornate intere tra negozi e bancarelle, riempiendo sporte e svuotando il portafoglio -un po' di equilibrio ci vuole- senza preoccuparsi minimamente delle proprie finanze. Fosse per me praticherei questi esercizi sportivi ogni maledetto dì, ma purtroppo "ahi ahi ahi scusa borsellin mio se ti molesto!".
Eppure non credo di chiedere la luna, ma solamente un posto in cui poter spendere e spandere portando a casa roba carina e alla moda, senza dovermi sentire in colpa per ogni singola maglietta acquistata. Mamma mia gente, ma in che mondo viviamo? Lo shopping oltre che esercizio fisico è anche gratificante e stimolante, aumenta la propria autostima e ci tira su nei momenti un po' più bui. Pensate che i soldi che spendiamo durante una sessione di acquisti sono gli unici che non ci fanno sentire in colpa, gli unici per cui non ci poniamo 1.000 domande una volta uscite dalla boutique in questione cariche di pacchetti e pacchettini. E’ difatti uno degli infallibili rimedi all’ansia, alla tensione per un esame, a una delusione o al cattivo umore: prendersi una giornata libera da trascorrere tra vetrine, scaffali e… ecco che la felicità improvvisamente ci avvolge: una maglietta, un paio di scarpe o una borsa nuova a cui facevamo il filo da settimane ci fanno instantaneamente sentire meglio!
Purtroppo però, anche se per la salute non si dovrebbe mai badare a spese, è dura potersi permettere con una certa assiduità giornate del genere...ma ecco che inaspettatamente arrivi in Oxford Street, scendi alla fermata del bus di Marble Arch e il sogno di ogni donna si realizza: ben 6.500 mq di vestiario, tra cui spuntano anche interi reparti dedicati a calzature, bigiotteria, borse e portafogli, valigeria e arredo per la casa. La confusione è pazzesca -non esiste un orario più tranquillo di altri- e la fila per i camerini è infinita -non di rado le ragazze si provano indumenti seminascoste tra 2 scaffali- ma la gioia che traspare dal volto di ogni singolo cliente è palese. Pur avendo promesso alle mie amiche carpigiane che non avrei fatto acquisti finché non fossi stata in loro compagnia, il mio primo giorno di lavoro ahimé ho ceduto acquistando 2 borse per la modica cifra di 13£. La paura di non trovarle nei giorni successivi mi ha autoimposto di farmi questo benedetto regalino, e come dicevano qualche riga fa la salute prima di tutto.
Quindi gente non venite a Londra con valigie stracolme di vestiti, portate con voi solamente quei due o tre capetti che vi stanno talmente bene che lasciarli sepolti in un armadio italiano proprio no, e lasciate che il paradiso vi accolga. In nussun altro posto potrete trovare pantaloni a 4£, magliette a 2£ e scarpe a 6£! Ma si sa, a Londra tutto è possibile, pefino la shoppingterapia. Low cost, of course!

martedì 7 febbraio 2012

all you need is JOB


O vieni a Londra per vacanza, o vieni a Londra per cercare lavoro. Io rientro nel secondo caso. Nei venti giorni che hanno preceduto la mia partenza ho preso vari contatti con forum e pagine fb, dove gli argomenti di discussione riguardavano la vita londinese in generale, job compreso. Ovviamente la negatività aleggiava in ogni singolo post, tutti si lamentavano di come fosse dura trovare anche uno straccio di lavoro dopo ben un mese di permanenza...ma io non mi sono arresa, ho cmq deciso di partire, forte del fatto che anche in Italia qualche cosa sono sempre riuscita a trovare.
Brillantemente superato il primo step -trovare una casa- mi organizzo quindi per il secondo -ovvero tentare di ottenere un lavoro- ma la sfortuna sembra abbandonarmi: infatti ho lasciato il cv nel portatile di mia madre, perciò i miei piani vengono stravolti e mi tocca un giorno di riposo extra. But don't worry, la sera un mio coinquilino mi chiede se ho già lavorato in una caffetteria perché nell'Art Café di fronte al suo negozio sono in cerca! Presto fatto lunedì mattina mi presento per fare due chiacchiere -OVVIAMENTE SENZA IL MIO CV!- e il manager vuole sapere un po' le mie precedenti esperienze e le mie esigenze. Mi chiede di provare e quando gli preparo un cappuccino e un caffé stando ben attenta a servire le bevande pulendo le tazze da possibili sbavature è fatta: l'ho conquistato. Normale amministrazione direte voi. Non proprio. Qui a Londra non hanno la stessa attenzione per i dettagli che abbiamo noi italiani, e il fatto che il locale sia di sua proprietà e non una delle innumerevoli macchioline di una qualche catena aiuta ancora di più. Saper lavorare bene è fondamentale, perciò ancora grazie ai miei passati datori di lavoro che negli anni hanno speso tempo per inculcarmi la precisione e l'amore per i dettagli!
Mi spiace solo per una ragazza francese che è stata licenziata sui due piedi a causa della sua sbataggine...but it's business...questo per farvi capire che se c'è volontà il lavoro vi cadrà letteralmente dal cielo. Oddio, non proprio dal cielo, ma da una caffetteria a 2 passi da casa sicuramente :-)

venerdì 3 febbraio 2012

flatmates: here we go!


Ore 11.30 di un giovedì qualunque ho appuntamento davanti ad una porta marrone incorniciata da un muro blu col proprietario: è una bella giornata di sole, e il mercato sotto casa ravviva una via londinese già colorata. I bagagli sono tanti, per fortuna ho avuto delle braccia amiche che mi hanno dato una mano, e salire le scale è un po' un'impresa, ma in un modo o nell'altro raggiungo la meta. lascio i bagagli in camera e poi via da Primark a comprare il necessario per il mio lettuccio: piumone, cuscini e lenzuola per l'esorbitante cifra di...23£!!
Alle 6 pm sono nuovamente nel flat pronto per il primo vero incontro con i coinquilini, ma le sorprese succulente devono ancora arrivare: mentre inizio con calma ad appropinquarmi dei miei minusculi spazi entra un ragazzo che in un inglese stentato mi spiega che quello che sto occupando è in realtà il suo letto. Dall'accento capisco che è francese e così cambiamo lingua, un po' straniti dalla bizzarra situazione in cui ci troviamo. Chi dorme dove? Dopo i vari convenevoli di rito decidiamo di chiamare il landlord -la notte era già scesa, se c'era da improvvisare un trasloco meglio non perdere tempo- e grassamente la fortuna gira a mio favore -avevate forse dubbi?-: il ragazzo francese aveva sbagliato flat e quindi io ero nel posto giusto! In realtà penso che 'sto povero ragazzino non aveva peccato di distrazione, ma che semplicemente il proprietario non si ricordava più di avere affittato la stesso letto a 2 persone, avendo ben 6 case a disposizione -it's his business!- sparse per Londra:-) Mi offro di spostarmici visto che l'affitto era lo stesso e ad una sola fermata di tube dalla mia precedente scelta, ma il dado ormai è tratto: io rimango ed ecco che il mio new flatmate diventa improvvisamente former flatmate. Ahi ahi!
Un'ora dopo la casa si riempie, iniziano a rientrare dal lavoro tutti i nuovi coinquilini con relativi amici, la mia memoria viene messa a dura prova -troppi nomi in troppo poco tempo- ma non demordo: un paio di chiacchiere, un po' di cibo e tanta allegria ci fanno compagnia fino alle 2 di notte. Tra gli abitanti della casa si contano 4 spagnoli, un brasiliano, 2 francesi, un londinese di origine malesyana, uno slovacco e una ragazza italo-venezuelana. Un bel melting pot Orient Express style insomma! Vengo sommersa dalle domande -i classici "come ti chiami, da dove vieni, quanti anni hai, quanto tempo pensi di fermarti" che non passano mai di moda- e l'impressione di trovarsi parte di un gruppo ben affiatato diventa realtà. Pretty good for the beginning :-)

giovedì 2 febbraio 2012

finding home



Si sa non si può vivere perennemente in ostello -anche se vi assicuro c'è chi lo fa- perciò trovarsi una casa è d'obbligo. Oddio casa, che parolona, un posto letto :-) La mia ricerca è iniziata dall'Italia, dove già due settimane prima ho pistolato tra i vari siti per farmi un'idea dei prezzi e delle zone, e a tre giorni dalla partenza ho preso un paio di appuntamenti. Io consiglio spareroom, a mio avviso più comodo come navigazione -don't worry, I'm not a spammer- e ci sono molti meno annunci pubblicati da agenti immobiliari cammuffati. Il giorno successivo al mio arrivo vado a vedere le possibili soluzioni, ambedue interessanti da una parte ma con qualche piccolo contro...eh già, perché se la prima opzione era una casetta dove avevo a disposizione una bella doppia per la modica cifra di 70£ a settimana, il secondo flat mi offriva una quadrupla a 80. Ovviamente il buon senso suggerirebbe di indirizzarmi verso l'alternativa più cheap, mah...la location è Brixton, zona 2, tube+bus per raggiungerla. Ho un attimo riflettuto sul da farsi, valutando i pros e i cons, e alla fine il flat ha avuto la meglio.
Il ragionamento che ho seguito io è il seguente: sono in zona 1, fermata tube Edgware Road a 100 mt da casa, ho un Tesco -supermarket lowcoast- che appena apri il portone dell'ingresso ci cadi dentro, 6 linee di autobus differenti che mi possono recapitare ovunque io voglia e un mercato settimanale sotto casa -l'appartamento è in una pedestrian area!- in cui fare acquisti convenientissimi. Meglio di cosi! L'unico contro è che vivo in una quadrupla a cui sono da aggiungere le altre 7 persone che occupano le rimanenti 2 stanze, quindi non proprio una soluzione indirizzata verso la tranquillità, ma doesn't matter, a mio avviso il gioco vale la candela: un sacco di persone con cui migliorare il proprio inglese, tanti sbocchi lavorativi e tante dritte per come vivere al meglio questa metropoli.
Una scelta che molti potrebbero giudicare estenuante forse, ma per il primo mese ho preferito optare per un alloggio in zona centrale, in modo tale da poter raggiungere con facilità qualsiasi lavoro scoverò. Se sono preoccupata? Forse un po', condividere una casa con 10 perfetti sconosciuti è un'esperienza che non ho mai fatto, but anyway... dicono che si sopravvive a tutto, e vi garantisco che I will survive!

martedì 31 gennaio 2012

poiché l'arte di invaligiare è femminile e la frugalità vestiaria è maschile


Chi mi conosce bene sa di che parlo. Non sono mai stata la vacanziera che per 7 giorni si porta dietro le classiche 7 mutande, 4 magliette e 2 paia di jeans, a cui aggiungere un maglione in caso di freddo e un sapone multiuso: no, io proprio non sono capace di scegliere cosa mettere in valigia, ho troppa paura di alzarmi una mattina e rimpiangere la camicetta nera che giace sconsolata nel mio armadio carpigiano. Vi lascio immaginare il panico quando ho dovuto sottostare alle strettissime direttive imposte da Easyjet! Ma si sa, la tenacia di una donna non conosce limiti quando si tratta di vestiario, e così non mi sono arresa.
Ho riempito una valigia di vestiti -in mezzo ai quali giacevano allegramente 2 beautycases- e ho cercato un bagaglio a mano che corrispondesse alle misure massime della compagnia aerea -ovvero 56x45x25- dove riporre il resto. Detto fatto, avevo una sacca morbida che corrispondeva a quelle misure se non la riempivo fino all'orlo, e conscia che quello era l'unico bagaglio che potevo imbarcare con me ho iniziato a metterci dentro il phon, la piastra, 3 paia di scarpe, il pc, e un sacco di altre cose utilissime. Il peso raggiungeva i 14 kg e le misure standard erano già state superate, ma tant'è...ottimista come non mai mi dirigo cmq all'aeroporto pensando che in un modo o nell'altro avrei trovato una soluzione, al più avrei lasciato un paio di cosette ai miei per rientrare nei limiti stabiliti. Ed ecco che la mia buona stella anche questa volta non mi ha abbandonato! Poiché l'aereo era pieno imbarcavano gratuitamente nella stiva i bagagli a mano più voluminosi, dovevo solamente tirare via gli oggetti fragili e i liquidi!! Così ho tolto la custodia del laptop, imbarcando la sacca e la mia voluminosa valigia da 20,8kg. Soddisfatta di me stessa passo i vari controlli, prendo posto sull'aereo e dopo un paio d'ore scarse atterro a Londra, recupero i bagagli e un lampo di tragedia mi assale: "come diavolo farò a spostarmi per Londra con 35kg appresso?!" Niente, ormai è fatta, avrei dovuto pensarci prima.
Il tragitto è a dir poco estenuante, scale su scale -anche se qualcuno disposto a darti una mano c'è sempre- e miracolosamente raggiungo la fermata di Earls Court: le ultime rampe, una cinquantina di metri ed ecco la via dell'ostello...peccato che a causa della stanchezza mi sono fiondata nel primo albergo da cui faceva capolino una tendina parasole blu elettrico, che OVVIAMENTE non era il mio...solo dopo mi sono accorta -come gentilmente già il ragazzo della reception mi aveva fatto notare- che nella via sono tutte di quel colore! Eheh! Vabbé, solo altri trenta metri e poi FINALMENTE ecco il BARKSTON YOUTH HOSTEL. Che altro dire? L'ostello si trova in una zona fantastica, tra Chelsea e Kensigton, è pulito, non c'è confusione, costa davvero poco -16£ a notte in una singola, chi trova di meglio è pregato di comunicarlo- e il personale è davvero simpatico. Tenete conto che siete in un ostello, quindi non abbiate grandi aspettative, ma pur essendo in pieno inverno le stanze sono fin troppo calde.
Quindi gente, venire a Londra non è poi così difficile: basta prenotare un volo, cercare un ostello libero per quelle date e poi lasciarsi immergere dall'inebriante atmosfera che solo questa città è in grado di offrire, lasciando che i suoi odori, i suoi colori e i suoi rumori vi invadano la mente fino ad ubriacarvi di vibranti sensazioni.

lunedì 30 gennaio 2012

...and I answered!


Io scrivo perennemente, di tutto e di tutti, e allora perché non lasciare ai posteri anche alcune delle mie più brillanti avventure londinesi? Giusto per evitare di raccontare quelle 200 volte al giorno cosa sto facendo, se mi sto divertendo, se sono ancora viva, e "si mamma, ho mangiato e ancora non mi hanno rapinato". Mica voglio passare il mio tempo tra skype e fb, chattando con questo e con quello che mi chiedono costantemente come me la passo! Sono a Londra io, oh! Mica a pettinare le bambole! Quindi siate seri, non chiedetemi la luna, è ovvio che preferisco investire il mio preziosissimo tempo gironzolando tra gli scaffali di Topshop e le stralunate bancarelle di Camden Town piuttosto che stare seduta su un sudicio divano con i miei chiassosi coinquilini mentre voi amici italiani mi sottoponete al terzo grado :-)
Cmq dicevamo... Londra... Un altro dei miei ben noti colpi di testa? Può essere. Ma dopotutto un'esperienza del genere o hai la fortuna che il destino te la recapiti davanti alla porta di casa, oppure apri la porta di casa e te la vai a costruire. E io così ho fatto visto che sul mio zerbino non è ancora stato consegnato nulla. Mi sono svegliata e mi sono ritrovata a pensare su cosa mi aspettavo ora dalla vita visto che la laurea quinquennale era finalmente in tasca -di master/dottorati non se ne parlava a causa del loro costo proibitivo- e ad un tratto un lampo di genio: una bella esperienza all'estero per migliorare l'inglese, così la prossima volta che mi presento ad un colloquio dove richiedono una laurea quinquennale, un'esperienza all'estero, una padronanza di almeno 3 lingue e una pratica di almeno 2 anni alle spalle -il tutto senza aver superato i 30, of course- li frego.
Detto fatto ho acquistato il biglietto, prenotato l'ostello ed ora eccomi qui, stanca morta e stremata dai 1000 giri giornalieri che mi tocca fare, ma dopotutto sono io quella che si lamentava della tranquillità che aleggia su carpi :-)