martedì 31 gennaio 2012

poiché l'arte di invaligiare è femminile e la frugalità vestiaria è maschile


Chi mi conosce bene sa di che parlo. Non sono mai stata la vacanziera che per 7 giorni si porta dietro le classiche 7 mutande, 4 magliette e 2 paia di jeans, a cui aggiungere un maglione in caso di freddo e un sapone multiuso: no, io proprio non sono capace di scegliere cosa mettere in valigia, ho troppa paura di alzarmi una mattina e rimpiangere la camicetta nera che giace sconsolata nel mio armadio carpigiano. Vi lascio immaginare il panico quando ho dovuto sottostare alle strettissime direttive imposte da Easyjet! Ma si sa, la tenacia di una donna non conosce limiti quando si tratta di vestiario, e così non mi sono arresa.
Ho riempito una valigia di vestiti -in mezzo ai quali giacevano allegramente 2 beautycases- e ho cercato un bagaglio a mano che corrispondesse alle misure massime della compagnia aerea -ovvero 56x45x25- dove riporre il resto. Detto fatto, avevo una sacca morbida che corrispondeva a quelle misure se non la riempivo fino all'orlo, e conscia che quello era l'unico bagaglio che potevo imbarcare con me ho iniziato a metterci dentro il phon, la piastra, 3 paia di scarpe, il pc, e un sacco di altre cose utilissime. Il peso raggiungeva i 14 kg e le misure standard erano già state superate, ma tant'è...ottimista come non mai mi dirigo cmq all'aeroporto pensando che in un modo o nell'altro avrei trovato una soluzione, al più avrei lasciato un paio di cosette ai miei per rientrare nei limiti stabiliti. Ed ecco che la mia buona stella anche questa volta non mi ha abbandonato! Poiché l'aereo era pieno imbarcavano gratuitamente nella stiva i bagagli a mano più voluminosi, dovevo solamente tirare via gli oggetti fragili e i liquidi!! Così ho tolto la custodia del laptop, imbarcando la sacca e la mia voluminosa valigia da 20,8kg. Soddisfatta di me stessa passo i vari controlli, prendo posto sull'aereo e dopo un paio d'ore scarse atterro a Londra, recupero i bagagli e un lampo di tragedia mi assale: "come diavolo farò a spostarmi per Londra con 35kg appresso?!" Niente, ormai è fatta, avrei dovuto pensarci prima.
Il tragitto è a dir poco estenuante, scale su scale -anche se qualcuno disposto a darti una mano c'è sempre- e miracolosamente raggiungo la fermata di Earls Court: le ultime rampe, una cinquantina di metri ed ecco la via dell'ostello...peccato che a causa della stanchezza mi sono fiondata nel primo albergo da cui faceva capolino una tendina parasole blu elettrico, che OVVIAMENTE non era il mio...solo dopo mi sono accorta -come gentilmente già il ragazzo della reception mi aveva fatto notare- che nella via sono tutte di quel colore! Eheh! Vabbé, solo altri trenta metri e poi FINALMENTE ecco il BARKSTON YOUTH HOSTEL. Che altro dire? L'ostello si trova in una zona fantastica, tra Chelsea e Kensigton, è pulito, non c'è confusione, costa davvero poco -16£ a notte in una singola, chi trova di meglio è pregato di comunicarlo- e il personale è davvero simpatico. Tenete conto che siete in un ostello, quindi non abbiate grandi aspettative, ma pur essendo in pieno inverno le stanze sono fin troppo calde.
Quindi gente, venire a Londra non è poi così difficile: basta prenotare un volo, cercare un ostello libero per quelle date e poi lasciarsi immergere dall'inebriante atmosfera che solo questa città è in grado di offrire, lasciando che i suoi odori, i suoi colori e i suoi rumori vi invadano la mente fino ad ubriacarvi di vibranti sensazioni.

lunedì 30 gennaio 2012

...and I answered!


Io scrivo perennemente, di tutto e di tutti, e allora perché non lasciare ai posteri anche alcune delle mie più brillanti avventure londinesi? Giusto per evitare di raccontare quelle 200 volte al giorno cosa sto facendo, se mi sto divertendo, se sono ancora viva, e "si mamma, ho mangiato e ancora non mi hanno rapinato". Mica voglio passare il mio tempo tra skype e fb, chattando con questo e con quello che mi chiedono costantemente come me la passo! Sono a Londra io, oh! Mica a pettinare le bambole! Quindi siate seri, non chiedetemi la luna, è ovvio che preferisco investire il mio preziosissimo tempo gironzolando tra gli scaffali di Topshop e le stralunate bancarelle di Camden Town piuttosto che stare seduta su un sudicio divano con i miei chiassosi coinquilini mentre voi amici italiani mi sottoponete al terzo grado :-)
Cmq dicevamo... Londra... Un altro dei miei ben noti colpi di testa? Può essere. Ma dopotutto un'esperienza del genere o hai la fortuna che il destino te la recapiti davanti alla porta di casa, oppure apri la porta di casa e te la vai a costruire. E io così ho fatto visto che sul mio zerbino non è ancora stato consegnato nulla. Mi sono svegliata e mi sono ritrovata a pensare su cosa mi aspettavo ora dalla vita visto che la laurea quinquennale era finalmente in tasca -di master/dottorati non se ne parlava a causa del loro costo proibitivo- e ad un tratto un lampo di genio: una bella esperienza all'estero per migliorare l'inglese, così la prossima volta che mi presento ad un colloquio dove richiedono una laurea quinquennale, un'esperienza all'estero, una padronanza di almeno 3 lingue e una pratica di almeno 2 anni alle spalle -il tutto senza aver superato i 30, of course- li frego.
Detto fatto ho acquistato il biglietto, prenotato l'ostello ed ora eccomi qui, stanca morta e stremata dai 1000 giri giornalieri che mi tocca fare, ma dopotutto sono io quella che si lamentava della tranquillità che aleggia su carpi :-)