martedì 20 marzo 2012

colloquio tremarella


Lavoricchia di qua, lavoricchia di là... le occasioni qui a Londra di certo non mancano. Però è anche vero che si tratta di lavoretti in pub e ristoranti, quindi niente di sbalorditivo. E se provassi ad inviare un paio di curriculum ad aziende di pubbliche relazioni? Mhm no dai... anche se... tutto sommato... che avrei da perderci? Esatto. Proprio nulla. Invia che ti invia, mi chiamano in due. La prima telefonata non si può sicuramente definire un successone, tempo 10 minuti e mi viene chiaramente detto che dopotutto non sono la candidata adatta. Vi do giusto un assaggio della ridicola scena di cui sono stata protagonista: il telefono squilla, vedo un numero che non conosco e a metà strada tra l'eccitata e l'intimorita rispondo. Il mio interlocutore si assicura di stare parlando con la persona giusta, poi però ecco che la lingua cambia a casaccio, passando dal francese all'inglese. Si certo come se non fosse già abbastanza difficile!
La seconda invece già me la cavo meglio: domande su domande a cui rispondo più che egregiamente, e per concludere questa specie di colloquio mi dicono che mi faranno sapere; purtroppo nulla di fatto, la canonica frase di chiusura è per l'appunto una canonica frase di chiusura su cui meglio non fare troppo affidamento... mettiamola così: si vede che qualcuno avrà intercettato la chiamata visto che il mio cellulare non ha squillato manco per errore!
Il giovedì successivo ecco che finalmente giunge la svolta: una signora dai modi molto gentili mi chiama, parliamo in inglese per circa 5 minuti e mi dà appuntamento per il giorno successivo. L'iniziale euforia di colpo svanisce e il panico si impossessa di me: un colloquio in inglese in un'agenzia di pubbliche relazioni! OH MY GOD! Dire che sono terrorizzata non rende abbastanza. Visto che sicuramente non la stupirò con le mie eccezionali doti comunicative in lingua anglosassone, decido di puntare tutto sul look e sulla mia personalità travolgente, perciò vai di guardaroba -piccola postilla: da quando vivo qui tutti i miei effetti personali hanno assunto uno strano grigiore modello tappeto di polvere- e sorrisone abbagliante! Ultimati i preparativi mi reco alla tanto ambita sede -arrivando con ben mezzora di anticipo- chiedo della gentile signora, mi accompagnano e voilà, diamo inizio alle danze! I primi 3 minuti non lo nego, non ho capito ASSOLUTAMENTE NULLA, ma poi un po' alla volta ho iniziato a sciogliermi e a dialogare in maniera più umana, non limitandomi ad annuire ad ogni frase. Il tempo scorre in fretta per fortuna, ci congediamo e una simpatica signorina viene fatta chiamare per scortarmi all'uscita.
Le gambe finalmente avevano cessato di tremare, ma il bello doveva ancora venire! L'interminabile attesa della chiamata è a dir poco interminabile, visto che dovevano farsi sentire lunedì ma di loro non c'è traccia, ma ecco che proprio quando avevo accantonato le speranze... un trillo del telefono mi fa trasalire, vedo il nome sul display, mi do un minimo di contegno e... il resto ve lo lascio immaginare: ebbene sì, da domani c'è una nuova PR in città!

giovedì 8 marzo 2012

keep left



La vita londinese procede nei migliore dei modi, e proprio per questo motivo urge cimentarsi sempre in qualcosa di nuovo. La guida A SINISTRA per esempio. Visto che non è nelle mie intenzioni noleggiare un'auto -va bene la voglia di novità, ma manteniamo la calma ragazzi!- opto per la bicicletta. Dovete sapere che a Londra sono molto in voga le Barclays Cycles, ovvero bici a noleggio self-service che permettono di percorrere brevi tragitti nella zona centrale della città ad un costo davvero irrisorio. Il servizio è molto semplice ed è pensato non solo per i cittadini, ma anche per le migliaia di turisti che quotidianamente si riversano nella city: è sufficiente recarsi presso un qualsiasi punto di aggancio, inserire la carta di credito e sganciare il proprio mezzo dalla rastrelliera. Ovviamente la prima esperienza non è stata così lineare, io e il mio amico abbiamo impiegato circa un'ora per poter finalmente essere in sella ai nostri rombanti veicoli, ma una volta capito il meccanismo in mezzo minuto si sbriga il tutto.
Inizialmente ci concediamo un bel giretto in mezzo al verde, bazzicando Kensigton Gardens e Hyde Park, poi però nonostante gli immensi spazi naturali che London può offrire è giunto il momento di immergersi nel traffico vero e proprio -casa mia purtroppo dista 1 km da Hyde Park Corner- e se di quella morte dobbiamo morire... di quella morte moriremo. Dopo i vari testamenti, lasciti e preghiere di rito inforchiamo le nostre Boris Bikes e via, ci ritroviamo sull'asfalto circondati da auto, cab, bus, pedoni... davvero troppa roba! Per chi non lo sa qui le bici possono usufruire delle corsie destinate ai mezzi pubblici, il che può sembrare un bene -e sicuramente sarà così, non ne dubito- ma che fare quando il bus davanti a voi si ferma per raccattare su dei passeggeri alla fermata? Vi fermate dietro di lui da bravi ignoranti fifoni o lo superate? Eh? Io naturalmente mi ci sono accodata zitta zitta, preoccupata per il grande incrocio che di lì a poco avrei dovuto affrontare: dalla corsia di sinistra passare a quella di destra per svoltare. 'Na parola! Tutto sommato però non è andata malaccio, con io che facevo da apripista e il mio amico dietro che mi urlava ogni volta che un autobus mi stava per sorpassare... ma vabbè, dettagli...
I giorni successivi sono stati di gran lunga più proficui , anche se talvolta mi accorgo troppo tardi di non essermi infilata nella giusta corsia e così mi tocca fare qualche piccola deviazione, ma doesn't matter, roba di poco conto! Un'esperienza da fare assolutamente cmq, e già so chi saranno le prossime vittime una volta sbarcate in terra londinese... Fre&Marco: just keep left!